domenica, agosto 16, 2015


LA LUNA E ALTRE STORIE


Nero nero il carbonaio
guarda la luna
con occhi bianchi,
lui e il somaro
nell'immensa solitudine
di calanchi
e fumo nero.
Lontano, nella bruma,
una donna alza lo sguardo
oltre i vetri della discoteca,
nell'immensa solitudine
di ritmica antica.
L'uomo a poppa
fuma in piedi
e guarda il cielo,
nell'immensa solitudine
del mare.
E lei sorride
al carbonaio
alla donna
al marinaio
ed al somaro.
LE SORGENTI





Bolsena è un piatto d'argento
sotto una luna vanitosa,
odore di basilico
dietro la bottiglia impettita
sfuma un coregone
luccicoso, nel suo sepolcro
di cartoccio giallo.
Annuisce l'albero muto
agitando leggero le foglie,
scodellar di piatti nell'arena...
indolente musica lontana
insegue la sua nenia.
Scarpulla impesta di giallo
contorcimenti gioiosi
su un muro scrostato
due figure maliziose.
A larghe bracciate
m' immergo nella notte,
come un gatto
nel medioevo
dei vicoli.
ALMENO



Là dove evapora
la massa
in luminescenza,
quieto sé.
So che sarà così
semplicemente,
come al giorno
segue la sera,
poi la notte.
Due elettroni
liberi dal nucleo,
nell’infinito.
Lucciole
tenute assieme
nel grande fiume
del tempo
dal magnetismo
dell’amore.
Là ti aspetterò,
topola, mi troverai
con in mano
un mazzo di versi,
e negli occhi
un trabocco di bene.
Per finalmente perdersi
senza dove, senza perché,
solo io, solo te.



Gennaio 2011
Mauro

G R A Z I E


Grazie per quello
obliquo sguardo
che diceva: sono qui
mentre affogavo
nella paura dell'ignoto,
grazie per quelle dita
che chiudevano al gelo
una maglietta corta
nelle notti tramontanine.
Grazie per i tuoi sbagli
che non ho giudicato,
per avermi fatto ridere
sotto la pioggia,
beffato la morte con me,
spalla a spalla, nessuno
che ci seguisse.
Grazie dei silenzi
grevi di parole,
delle lacrime dolci
dell'amore.


La Pioggia







Plicchete plocchete plic
saltella la pioggia
sui vetri e le cose,
disordinata allegria.
Oblique folate di vento
disperdono gocce di jazz
da innumerevoli dita
scompigliano nuvole grigie
in una strana armonia.
E l'acqua, con la sua magia,
trasforma i contorni e riluce,
sprizza e rimbalza felice
nella sua danza infinita
a perpetuare la vita.

VENTO D'EASY RIDER


Vento del Sud
come allora,
un cielo grigio
nuvole veloci
ancora...
Una rondine segna
un filo nero
impercettibile
ellittico sentiero.
Brividi bianco azzurri
sull'orizzonte scuro,
lo stesso vento
d' Easy Rider,
galoppa rombando
tra fulmini inquieti
squassando la quiete
sonnacchiosa
di queste pareti
di questi fogli
svolazzanti liberi
pagine del passato
vivaci e colorate
in un presente
che non ha slanci,
senza emozioni
senza la gente,
schiavi dei soldi,
senza niente.






TANGO BLU



Bocche schiuse in sussurri
ansimanti aspetta aspetta
il tuo odore lo sento
la tua pelle tesa
il tamburo del cuore
le mie dita sotto la seta
pigre, verso il tuo desiderio.
Scivolo la bocca
dietro la nuca ad incurvare
l'arco delle reni...
Sentimi... piano.
Affondo il viso
nei tuoi capelli,
poi ti allontano,
come la marea sulla sabbia.
Voltati, ed apri gli occhi...
voglio mangiarti la bocca
in questo tango blu.
Broncio ostinato
la ruga sulla fronte,
scottano lunghe le dita,
sai come cercare
dietro un'elastico
tutta la mia voglia
in fondo ad una lampo.
Sa di castagna la tua bocca
sale il sentore tuo selvaggio,
elettrica la pelle al tatto
sull'altipiano chiaro,
liscio,
delle tue cosce;
slalom di mani avide
verso un fiore socchiuso,
umido,
stupendamente arreso.